I 7 errori da evitare quando si adotta un gatto: #4

I 7 errori da evitare quando si adotta un gatto: #4

Buongiorno #Cassiopeiers!

Benvenuti alla quarta puntata della campagna #StopAiGattiAR (Andata e Ritorno).

Come avete letto nei nostri precedenti articoli (#1, #2, #3), sono molti i pretesti di fronte ai quali alcuni adottanti, anziché interpretare eventuali segnali di disagio di un gatto (specie se adottato da poco tempo), decidono di liberarsi del problema riportando indietro in gattile il povero micio.

Se il gatto ringhia, si nasconde o sporca, è molto più comodo pensare che il suo atteggiamento si possa risolvere semplicemente riconsegnandolo al mittente, se pur tra lacrime e infiniti “mi dispiace”.

Nel nostro nuovo articolo, vi spiegheremo cosa fare e soprattutto, quali errori evitare.

Ragazzi, sveglia!
NON E’ VERO che il micio viveva più felicemente in gattile che a casa vostra!
La verità è che al gattile,dopo i primi tempi di paura e disorientamento, si era finalmente ambientato, riconoscendo quel territorio come suo.
Esattamente come farebbe a casa vostra, se solo gliene deste il tempo.

Abbiamo deciso di consumare le nostre ugole per ripetervelo: è probabile che il gatto che avete appena accolto in casa non abbia nemmeno mai visto un pavimento o ricevuto una carezza.
Figuriamoci se può capire appena arrivato, se quello è un posto sicuro o no.

Vi ricordate che nei precedenti articoli del blog, abbiamo parlato del fattore T.P.C.?
Bene, qualunque cosa succeda, dategli TEMPO, state CALMI e agite con PAZIENZA.

Uno dei possibili sintomi di stress del gatto, appena arrivato, potrebbe essere quello di fare i bisogni fuori dalla lettiera.

Prima di capire cosa passa per la testa del nostro gatto, ricordate che non appena ci si accorge che il micio fa la pipì o la pupù fuori dalla cassettina conviene cercare di capirne subito le ragioni. Più tempestivi si è, più veloce sarà la soluzione del problema.

Il gatto che si comporta così non sta facendo un semplice dispetto.Dobbiamo invece chiederci:
a)    Perché lo fa?
b)    Come possiamo aiutarlo?
c)    Dove stiamo sbagliando?

a)    Le cause che possono indurre un gatto a sporcare fuori dalla cassettina sono:
DISAGIO DA TRASLOCO/RECENTE ADOZIONE: per essere stato adottato da poco, per l’arrivo di un nuovo animale o per il trasferimento in un ambiente nuovo.
MALATTIE: infezioni delle vie urinarie o problemi intestinali.
CASSETTINA: a volte l’atteggiamento può dipendere dal tipo di lettiera usata, da dove la cassettina è stata posizionata (ad es. troppo vicina alla ciotola del cibo) o se la sabbietta non viene regolarmente pulita.

b)    Se il gatto è stato adottato da poco cercate di capire da chi ve lo ha affidato se il suo atteggiamento era già comparso in precedenza.
Potrebbe infatti dipendere da una mancanza di abitudine alla lettiera (e allora bisognerà pazientare un po’ finchè il micio non si abitua) o da patologie che non sono state curate (nel qual caso dovrete contattare subito il veterinario).
Un gatto appena entrato in un casa può sporcare fuori dalla cassettina anche solo per lo stress del nuovo ambiente, specie se ci sono anche altri animali.
In questo caso, dovete solo aspettare con calma che si tranquillizzi (e pulire un po’ di più).

c)    Cosa non dovere fare MAI!
1)    Se lo vedete mentre fa i bisogni fuori, non spaventatelo con rumori forti e improvvisi (probailmente è già abbastanza stressato);
2)    Non mettetegli il muso nelle urine e nelle feci;
3)    Non lo vivete come se fosse un dispetto;
4)    Non punitelo perché lui sta vivendo un grande disagio, che non potrebbe far altro che peggiorare;
5)    Non riportatelo indietro come un pacco non gradito.

Siate pazienti e consentite al micio di conoscervi e riconoscere l’ambiente come ospitale.
In ogni caso, per ogni dubbio o supporto medico potete chiedere consigli al vostro veterinario o a un comportamentalista.

Alla prossima puntata. #AdottaResponsabilmente

I 7 errori da evitare quando si adotta un gatto: #3

I 7 errori da evitare quando si adotta un gatto: #3

Buongiorno, cari #Cassiopeiers!

Come avete potuto leggere nelle due precedenti puntate del blog (#1 e #2), stiamo cercando di diffondere un messaggio importante: ADOTTARE RESPONSABILMENTE.

Siamo ormai stufe di sentire sempre le stesse scuse da parte di chi, dopo aver accolto un gatto in casa, decide di riportarlo indietro.

Non illudetevi, non succede poi così di rado.
Perché se non bastassero gli abbandoni “vacanzieri”, alcuni adottanti si pentono dell’adozione e, esattamente come si riporta al negoziante un oggetto (ormai) indesiderato, si presentano al gattile con trasportino alla mano, faccia contrita di circostanza e tante parole inutili per lasciarci un gatto traumatizzato, stressato e inconsapevole della colpa di cui si sarebbe macchiato.

Per questo, come recitava la famosa réclame, pensiamo che prevenire sia meglio che curare.

Da qui nasce il progetto di informare – fino all’esagerazione – gli adottanti, sui rischi e sulle criticità delle adozioni.
Vorremmo che prima di adottare un gatto, riflettessero bene tutti, ma proprio tutti!
Soprattutto proprio quegli adottanti che-sanno-tutto-loro, che non hanno l’umiltà di ascoltare i consigli, che continuano a fare di testa loro, pensando che la lunga esperienza con i gatti consenta loro di superare qualsiasi ostacolo.
Ma non è così facile, purtroppo.

E’ probabile che chiunque di voi stia leggendo questo articolo, abbia avuto gatti da anni e si sia un po’ fatto le ossa con loro.
Ma questo cari #Cassiopeiers NON FA di voi degli esperti.
Vale anche per noi volontarie, naturalmente.
Ma noi siamo già consapevoli di non sapere (come diceva un signore famoso), di doverci approcciare con umiltà al mondo felino e di dover lasciare agli animali il tempo necessario per ambientarsi, senza forzature o violenze.

Dagli animali e dai gatti c’è ogni giorno qualcosa da imparare, perché ognuno di loro ha reazioni e emozioni diverse.
In più, non dimenticate mai, che i gatti che provengono dai gattili, più di altri sono sottoposti a dinamiche particolari (la convivenza forzata con altri soggetti e la comunione di ciotole, cucce e cibo).

In un gattile nessun gatto si sentirà mai il Re, come succederebbe in una casa. E questo inevitabilmente influenza le loro reazioni.

Allora spogliamoci delle presunzioni e delle false certezze.

Se accogliete un gatto in casa, ricordatevi del fattore TEMPO, PAZIENZA e CALMA.

Una delle possibili reazioni che potrebbe avere un micio adottato da poco, potrebbe essere quella di smettere di mangiare e restare a lungo senza lo stimolo della fame.
Non vi angosciate.
Dategli TEMPO e affrontate la situazione con CALMA.
Ricordate che lui non sa ancora che gli avete salvato la vita, quindi non mangia perché ha paura, non sapendo dove si trovi e chi voi siate. Quando avete paura voi vi abboffate o vi si chiude lo stomaco?

Lasciatelo tranquillo e non vi agitate. Il gatto mangerà quando si sentirà più tranquillo oppure di notte, quando tutto tace.

Evitate manovre brusche e violente (ad es. forzandolo a mangiare).

State sicuri che prima o poi mangerà. Abbiate la PAZIENZA di attendere.
Potreste comunque incoraggiarlo avvicinandogli le ciotole oppure invogliandolo con dei cibi stuzzicanti.
Piano piano capirà che quell’ambiente non è ostile e si fiderà di voi. Allora, mangerà.

E’ GIUSTO aspettare con pazienza e serenità che il micio si fidi di voi e inizi a mangiare.
E’ SBAGLIATO riportare indietro un gatto solo perché non si è capaci di gestire la situazione, magari nascondendosi dietro un “a casa mia il gatto non sta bene. Sta meglio da voi”. Sapete cosa? La prossima volta, compratevi un peluche della Trudi.

Alla prossima puntata.

#AdottaResponsabilmente