Se ci seguite da un pò, sapete bene che non amiamo le lacrime e il richiamo facile di like fatto con le storie tristi e i “no-happy end”.
Ma questo non siginifica che nel nostro cuore, i Cassiopei che sono mancati, negli anni, non occupino un posto speciale che, ancora oggi, smuove qualcosa di molto doloroso.
Anni fa, una persona a me molto vicina e a cui devo, di fatto, l’amore per i gatti, scrisse questo ricordo per il suo gatto. Ve la propongo perchè sono convinta che sulla morte o sul dolore non si debba mai ridere, ma sorridere sì, anche se con un pò di groppo in gola.
IN RICORDO DI UN AMICO
Non avevi neppure un nome… comparisti dal nulla anni fa in una sera d’estate in cui mi seguisti e seppi che avevi fatto la tua scelta. Da allora, non ci hai mai lasciato. Sei stato fedele, affettuoso, libero eppure attaccato.
La tua discrezione era pari al tuo senso di venirci incontro al nostro ritorno, dopo un’ora o molti giorni.
I tuoi occhi ci hanno affascinato da sempre: in essi l’affetto, la riconoscenza, talora un rimprovero, spesso un’enignatica impenetrabilità.
Ti facevi sempre capire, ma talvolta c’era nel tuo sguardo un muto interrogativo: perchè non possiamo capirci di più?
Ti piaceva il contatto con noi e la tua sagoma tigrata arrotolata in grembo era ormai una consuetudine abituale.
Te ne sei andato con la stessa discrezione con cui eri venuto, hai sofferto con la stessa dignità con cui hai espresso il tuo affetto.
Adesso, mi pento di non averti dedicato più tempo, di non averti accarezzato più a lungo, di non aver giocato di più con te. Adesso rimpiango il tuo “fare il pane”, le tue fusa istantanee, rumorose, continue.
Era proverbiale il tuo andare d’accordo con tutti, uomini e animali, i giochi e gli appostamenti con Consuelo, il tuo salutare con un colpetto affettuoso Arturo, il cane con il quale era nata una imprevista amicizia, il cane con cui tante volte hai spartito lo zerbino, dormendo uno accanto all’altro.
Erano proverbiali le nostre passeggiate: appena mi vedevi con il cane al guinzaglio, spuntavi improvvisamente, quasi dal nulla, e ci seguivi nel campo, correndo ogni tanto per non perdere il passo, comparendo e scomparendo, senza però, mai perderci di vista.
Mi mancheranno queste passeggiate, presenti ora nella memoria come magici momenti di intesa e di comunione fra creature di specie diversa.
Ora ti piango, ti piango accoratamente e non mi importa se la gente pensa che eri solo un gatto. Ma poi non è vero, non eri solo un gatto, eri un compagno, un amico, alcuni chili di affetto, che abbiamo perso irrimediabilmente.
Non so dove tu sia ora, forse esistono dei prati nel cielo dove gli animali corrono liberi, incontro a chi gli ha voluto bene…
Se è così, e voglio credere che sia così, io mi auguro un certo giorno di veder rispuntare la tua coda ritta, i tuoi occhi smeraldo e la tua sagoma venirmi incontro.
Sarò molto stanco allora, ma mi piacerà ricamminare con te al fianco.
(adesso siete insieme, per sempre)